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Calciomercato: cos’è il diritto di “recompra”?

Negli ultimi anni, un istituto – apparentemente nuovo – ha magnetizzato l’attenzione di molti “cantori” di “calciomercato” degli ultimi anni e, così, andando a leggere le loro notizie, ci si trova spesso di fronte a quello che viene nominato “derecho de recompra”. Con tale clausola, la squadra che cede a titolo definitivo le prestazioni sportive di un calciatore si riserva la possibilità di riacquistarlo in futuro.

Da un punto di vista giuridico, si è portati a ricondurre questo istituto a quello che nel nostro ordinamento è conosciuto come il “patto di riscatto”, regolamentato all’art. 1500 e seguenti del Codice Civile.

La norma codicistica prevede:

  • al primo comma, la possibilità per il venditore di riservarsi l’opportunità di riavere la proprietà della cosa precedentemente venduta versando la somma risultante dal prezzo concordato dalle parti, in sede di vendita, e dalle eventuali spese sostenute dall’acquirente;
  • al secondo comma, viceversa, il divieto di prevedere un prezzo diverso e superiore rispetto a quello di vendita a pena di nullità per l’eccedenza.

In sostanza, se si applicasse la citata norma codicistica ai contratti di cessione delle prestazioni sportive (contratti in cui viene prevista l’eventualità per la squadra cedente di riacquistare ad un prezzo determinato il calciatore la cui attività è oggetto del contratto), le clausole predisposte dalle parti coinvolte sarebbero nulle e dovrebbero essere ritoccate al ribasso in quanto contengono una possibilità di riacquisto ad un prezzo superiore a quello di vendita.

Il diritto di “recompra”, quindi, è un istituto del tutto diverso e non riconducibile al c.d. “patto di riscatto”.

In realtà, il diritto di “recompra” è un particolare contratto di opzione accessorio al negozio di cessione delle prestazioni sportive, o una clausola all’interno di quest’ultimo, in cui viene previsto dalle parti un diritto di opzione per un futuro nuovo acquisto dello stesso calciatore riconosciuto in favore della società cedente.

La crescita nell’utilizzo di questo istituto da parte delle squadre ha fatto sì che si stia sostituendo sempre di più al prestito, in quanto permette al giovane calciatore di essere meno oppresso e di avere uno sviluppo più tranquillo e senza gli assilli che affliggono i top team.

4 agosto 2023 | Autore: Avv Daniele Segafredo

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